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In questi ultimi anni si è ritornati a riflettere sui rapporti tra architettura e comunicazione, con un confronto sui rapporti tra architetti e mass media, sulle modalità e strategie di comunicazione nei confronti della committenza e sulla valenza comunicativa dell'architettura, in un contesto in cui l'immagine ha assunto un ruolo nuovo rispetto alla tradizione precedente. Si ripropone, oggi, quell'antinomia che Umberto Eco aveva definito in Apocalittici ed integrati tra quanti prendono atto di una delle attuali condizioni della architettura in cui la richiesta della 'icona' come strumento per intervenire rilanciando un contesto urbano è divenuta prassi diffusa, fra chi nega il valore della comunicazione di massa o chi rivendica un differente ruolo dell'architettura. Tutto questo si inserisce all'interno di una condizione di crisi in cui la tendenza di architetti e urbanisti ad uscire dall'ambito sino ad ora codificato della pratica progettuale per individuare strumenti di lettura e scrittura della realtà, corrisponde alla riflessione in ambito critico sul ruolo del progetto, sulle modalità di messa in forma delle volontà politiche piuttosto che delle necessità di marketing.